L’indicizzazione e il posizionamento su Google di un sito multilingua pongono problemi che normalmente non si affrontano nel caso di un sito con una singola lingua. In genere, la lingua determina la versione di Google di appartenenza, se le pagine del nostro sito sono scritte in inglese è assai probabile che esso comparirà nelle pagine dei risultati delle versioni in inglese di Google (in particolare Google.com). Se al contrario è in italiano, sarà Google.it a indicizzare i nostri contenuti.
Ma se il nostro sito ha più lingue, come si comporta Google? E come possiamo essere sicuri che Google indicizzi e separi correttamente le lingue, per fare in modo che un utente italiano trovi i contenuti italiani e quello inglese le pagine nella sua lingua?
Fortunatamente Google fornisce un supporto, che consente ai siti di comunicare con esso per identificare in modo esatto la suddivisione del sito in lingue differenti. L’esito finale di questo processo di ottimizzazione, che andremo a vedere da vicino, è quello che gli utenti appartenenti a una lingua trovano su Google i contenuti pertinenti.
In buona sostanza, per un sito che intende posizionarsi su Google su più versioni internazionali, è possibile apparire in esse con la lingua corretta, evitando fraintendimenti e fughe dal sito.
Quando ci si vuole posizionare su più Paesi, bisogna tenere conto che gli utenti preferirebbero leggere i contenuti nella loro lingua. È una buona pratica commerciale, oltre che un modo serio di stare negli affari e sul mercato.
La scelta a monte è doppia: possiamo decidere di realizzare un sito unico, con un solo dominio, diviso in cartelle ciascuna corrispondente a una lingua. Oppure dedicare tanti domini a quante sono le lingue.
Nel secondo caso l’indicizzazione non pone problemi, in quanto è sufficiente avere i contenuti nella lingua prescelta (una versione in tedesco dovrebbe avere tutti i contenuti, gli URL e i Meta Tag in tedesco). La scelta semmai va fatta secondo delle opportunità che sono anche di natura commerciale, e che vanno valutate caso per caso.
Se il nostro sito è realizzato attraverso un CMS popolare come Wordpress o Joomla possiamo mettere in atto delle opzioni, che ci permettono di “settare” al meglio il sito. I CMS ci fanno capire come mai è preferibile avere un sito unico, diviso in più lingue, piuttosto che delle versioni ad hoc.
Questa impostazione va scelta solo se l’azienda ritiene che quel particolare paese è strategico da rappresentare una grossa fetta del proprio mercato. Altrimenti, meglio puntare sul dominio unico: il vantaggio di usare un CMS è che possedendo un solo database, che contiene tutte le lingue, le modifiche grafiche su un sito, o anche quelle relative alla navigazione interna, si applicano a tutte le versioni, risparmiando molto tempo.
Con Wordpress esistono degli specifici Plugin che hanno il compito di separare le lingue, creare delle cartelle fittizie (en, de, fr, es, ru…), gestendo in modo semplice un processo che altrimenti richiederebbe installazioni multiple.
I Plugin più utilizzati sono WPML e Polylang, quest’ultimo è gratuito, ma ha delle interessanti funzioni avanzate nella modalità a pagamento. Tra i due, abbiamo utilizzato più spesso il primo, anche perché ha più storia alle spalle.
È necessario però considerare la compatibilità del tema con entrambi i Plugin.
Se il sito non è sviluppato con un CMS, ma in semplice HTML con pagine fisiche, sarà necessario sdoppiare le pagine, realizzandole nell’apposita lingua, per poi caricarle nella cartella fisica dedicata (en, de, fr, es…).
Una opzione è quella di inserire la versione straniera nel sottodominio: de.nomedominio.com. Anche in questo caso bisognerà ricopiare le pagine fisiche sulla cartella, aggiornando tutti i collegamenti, per fare in modo che ci sia un passaggio naturale tra le varie versioni.
Questo dal punto di vista tecnico. Dal lato dell’ottimizzazione e dell’indicizzazione del sito multilingua, è bene evitare di incorrere in questi errori, per non generare dei problemi lato SEO.
Google, relativamente ai siti multilingua, ha pubblicato delle guide e delle direttive specifiche proprio per evitare questi errori, che possono danneggiare la posizione nel motore di ricerca.
Tradurre il sito non significa prendere le porzioni di testo italiane e inglesi e inserirle su Google Translate. Come già detto, il traduttore di Google non è in grado di cogliere le sfumature sintattiche e grammaticali della nostra lingua, pertanto fornisce una traduzione raffazzonata. Perché non conviene utilizzarla?
Se non si ha dimestichezza con una lingua, meglio affidarsi a un professionista del settore. Utilizzando una traduzione automatica si rischiano clamorose brutte figure, che si trasformano in autentici Boomerang per il proprio Business.
Per posizionare al meglio una versione in lingua straniera, bisogna seguire le regole di ottimizzazione osservate per la lingua italiana. Va tenuto conto di quanto segue comunque:
Google ha fatto passi da gigante nell’indicizzare i siti multilingua, separando le lingue per gli utenti dei paesi diversi. Ma per ottenere tutto questo, come promesso all’inizio dell’articolo, è necessario prendere degli accorgimenti tecnici. Con l’introduzione del Tag Hreflang, Google consente di impostare, nella sezione Head di ogni pagina, la lingua di riferimento.
Perché diamo a Google lo strumento principale per presentare la pagina nella lingua di riferimento.
Possiamo determinare delle variazioni regionali, ampliando le sfumature espressive. Inoltre con il Hreflang si risolvono tutti i problemi di duplicazione del contenuto.
Il Tag può essere inserito nella sezione Head del sito, sotto i Meta Tag principale, con la seguente sintassi:
<link rel=”alternate” hreflang=”en-US” href=”http://miosito.com/en/” />
Va detto che utilizzando Polylang e WPML, in Wordpress, si risolve il problema alla radice, dal momento che lo creano in automatico. In caso di sito HTML occorrerà inserire il Tag soprastante, differenziando per lingua, inserendo una riga per ogni lingua presente sul sito. Questo vuol dire che, se nel sito sono presenti 5 lingue, occorreranno 5 diversi Tag Hreflang.