Ovvero cominciare a fare Digital Design guidati da un Concept, per aprirsi alle nuove potenzialità progettuali messe a punto per il futuro dell’azienda.
Un Concept è un modello concettuale indispensabile per sostenere un progetto aziendale, concepire l’interazione delle persone con il prodotto, rappresentare un sistema che aiuti realmente i clienti a conoscere ciò che quel modello rappresenta e a comprendere di cosa si tratta.
Molto spesso però, si inserisce il pilota automatico, dirigendosi dritti verso la realizzazione del sito o la grafica della UI (l’interfaccia utente): il lavoro finito corrisponde di fatto a un sito o un’interfaccia, senza però aver definito una solida Vision e un percorso di co-creazione per la realizzazione del progetto.
Il risultato?
Interfacce concepite e progettate con il pilota automatico, modelli di interazione non allineati da un punto di vista strategico, percorsi dell’utente all’interno del sito che non seguono una chiara logica, incoerenza tra i diversi elementi e nessuna metafora che illustri il concetto.
Definire un Concept in anticipo invece aiuta a modellare tutto ciò che segue: le interazioni con l’utente, la relazione tra gli elementi, il tono di voce e il Copy, le animazioni ecc. Nel momento in cui c’è un Concept forte, tutti questi aspetti iniziano ad allinearsi.
Ma i modelli concettuali sono astratti.
Può essere difficile abituarsi a pensare in questo modo.
I Concept sono semplicemente delle metafore che i Designer utilizzano per far capire alle persone come funziona un determinato sistema.
Questo però può rendere ansiosi gli Stakeholder perché i modelli concettuali non si concretizzano all’inizio in siti e interfacce, visibili e tangibili. Spesso di tratta di diagrammi, schizzi, pochi paragrafi di testo che illustrano l’idea… Ben lontano quindi dall’interfaccia vera con la quale le persone interagiranno.
Eppure sono fondamentali.
I prodotti che partono con un modello concettuale hanno maggiori possibilità di rimanere coerenti mentre si evolvono e quando vengono aggiunte nuove funzionalità. Il Concept funge da stella polare per allineare tutti i membri del team su come il prodotto dovrebbe evolversi. Il coinvolgimento attivo degli utenti finali è ormai una componente essenziale del progetto: l'UCD, il design basato sull'esperienza ed il Co-Design, sintetizza l'evoluzione dei metodi di progettazione centrati sull'utente.
Avere un Concept non significa che il prodotto debba sempre apparire lo stesso. Piuttosto il contrario. È interessante vedere come alcuni prodotti si evolvono, i trend del Visual Design vanno e vengono, le funzionalità si espandono, eppure il modello concettuale rimane coerente nel tempo.
Più profitto e alto impatto, cambiando mentalità sul Digital Design
Cambiare mentalità sul Digital Design significa cambiare l’approccio nei confronti del modo di interagire con i clienti e di “vendere” tout court. Una scelta a cui si arriva dopo aver trascorso molto tempo nel limbo dell’incertezza, della transizione, nel momento del cambiamento, del sovvertimento dello stato delle cose. Non si sa bene dove si sta andando ma ciò che è certo è che la voglia di cambiare le cose è preponderante e le Best Practice del passato ormai non sono più in linea con le nuove esigenze del presente né con le prospettive per il futuro.
Un passaggio necessario quanto complesso che non può e non deve coincidere con il semplice Restyling del sito web. È qualcosa di più profondo. Se non c’è relazione vera, autentica tra l’azienda e i clienti, nessuna consapevolezza (e riconoscimento da parte dei consumatori) di unicità, non potrà esserci nessun pensiero né discorso che vada oltre i costi e il fatturato. È arrivato invece il tempo di produrre più valore e imparare come offrirlo ai clienti, perché è l’unico discorso a cui oggi le persone si mostrano sensibili (a parità di prodotto e qualità/prezzo, l’azienda che veicola valore aggiunto vince sui Competitor).
Ciò che si crea grazie al Digital Design, anche un logo ad esempio, non ha alcun valore intrinseco. Ha bisogno di problemi con cui confrontarsi, problemi reali con un forte impatto sulla vita degli altri per diventare prezioso e significativo ai loro occhi.
In fondo, cosa sarebbe il Design al di fuori dei problemi che cerca di risolvere?
Questo chiarisce la presa di distanza di alcuni Designer, che non amano la definizione di "artisti" e creativi ma vogliono essere inseriti nella categoria di "esperti di Problem Solving visivo". Il Visual diventa utile risoluzione di problemi per le persone, quando si progetta per il cliente e non per il proprio Portfolio, quando si riesce ad individuare il vero problema e a risolverlo, senza pensare all’imminente ROI.
Si tratta di offrire un servizio. È un servizio quando l’attenzione verso i clienti è così elevata da tenerli in considerazione lungo l’intero percorso di progettazione del sistema o del prodotto. Realizzare un nuovo progetto in modalità condivisa richiede più tempo, molte energie e risorse ma farlo così risulta più significativo di qualsiasi altra cosa realizzata da soli in 5 minuti, in competizione con altri 50, che lo fanno allo stesso modo (e dimenticata nello stesso lasso di tempo!).
Se non risolviamo in modo concreto i problemi per cui ci definiamo "esperti di Problem Solving visivo", allora non c'è da meravigliarsi che i clienti possano (e lo faranno) sostituirci con qualcuno che lavori con un Budget inferiore e fornisca l'1% del servizio che invece siamo in grado di fornire quando siamo coinvolti e interessati fin dall'inizio.
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