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Florian Anderhub13 apr 20229 min read

Come vedere i link in entrata

I Backlink o link in entrata sono una componente fondamentale di una buona campagna SEO. Google è, infatti, un motore di ricerca link-Based. Indicizza le pagine Web secondo un algoritmo (PageRank) che è calcolato sul peso dei link in entrata ricevuti. Nel corso degli anni Google ha corretto il tiro, diminuendo l’impatto dei Backlink sul posizionamento organico di un dominio. Ma se è vero che oggi il contenuto sulle pagine è più rilevante che in passato, i Backlink rimangono sempre una delle armi a disposizione per migliorare il posizionamento di un sito su Google.

Durante una campagna SEO si può operare in due modi per ottenere i Backlink necessari a fornire autorevolezza alle pagine del nostro sito:

A) produrre contenuti di qualità che attirino gli utenti e generino condivisioni e citazioni

B) creare link in entrata ad arte, scegliendo dei metodi largamente sperimentati dalla comunità SEO.

Nonostante noi in Ander Group ci concentriamo sul metodo dei contenuti di qualità, tanti nel Web si affidano al secondo metodo, che è più rischioso, ma non privo di efficacia. Ad ogni buon conto, quando programmiamo una campagna di acquisizione di Backlink, una delle prime operazioni che facciamo è analizzare il profilo di Backlink della concorrenza. Quanti link ha? Che tipo di Backlink possiede? Posso ottenere gli stessi Backlink per il sito del nostro committente.

Per farlo dobbiamo impiegare alcuni Tool professionali che adesso vado a presentare. Utilizzandoli, oltre a ottenere il vantaggio di conoscere cosa fa la concorrenza, si ottengono informazioni circa le opportunità dei Backlink. Prima di cominciare, però, descriviamo quali sono le principali categorie di Backlink in uso nel 2017.

 

Quali tipi di Backlink si possono ottenere nel 2017

I Backlink si dividono in link in entrata Dofollow e link in entrata Nofollow. La differenza è impercettibile all’utente che naviga nei siti, ma molto importante per Google. Con la direttiva Nofollow, che va esplicitata tramite un apposito Tag (rel=”Nofollow”) Google non “segue” il link. Vuol dire in termini concreti che non trasferisce il punteggio della pagina che lo contiene alla pagina verso il quale è puntato. Di Default tutti i link sono Dofollow e quindi ciò non va esplicitato: in questo caso Google “segue” il link e trasferisce il PageRank e tutto ciò che concerne l’autorevolezza e la fiducia del dominio che ospita il link verso il sito citato. Proprio in ossequio al fatto che ci troviamo di fronte a un motore di ricerca bassato sui link.

Dal punto di vista SEO solo i link Dofollow (quindi normali, di Default) hanno senso: trasferiscono l’autorevolezza di una pagina verso il sito ancorato al link. C’è naturalmente il rovescio della medaglia: se il sito che linka ha una cattiva reputazione e una scarsa autorevolezza, questa viene trasferita al sito ancorato, il che ci porta direttamente agli esempi di link buoni e link cattivi nel 2017 e oltre.

 

Backlink artificiali e Backlink naturali

Per Google ogni campagna di Backlink è di per sé una manipolazione. Google incoraggia a sviluppare Backlink, ma non con intento manipolatorio. Ci dice: puntate sui contenuti, otterrete Backlink. Il problema è che i Backlink, se messi al posto giusto, aiutano non poco a scalare le prime posizioni del motore di ricerca, ragione per cui la tentazione di costruirli ad arte è molto alta.

In generale vige la regola che quanto più un link è naturale e meritato, tanto maggiore è il valore che porta con sé. La bravura del SEO Specialist moderno è quella di trovare da un lato link autorevoli, e dall’altro simulare la naturalezza del Backlink.

La simulazione rende meglio quando il sito è dotato di buoni contenuti: quando c’è traffico, aumentano le interazioni, le persone commentano e condividono per Google ce n’è abbastanza per certificare, de relato, che i link ottenuti artificialmente sono comunque meritati. Un sito cattivo che riceve Backlink troppo buoni fa drizzare le antenne, così come un sito molto buono che inizia a riceverne di cattivi.

Maggiore poi è la quantità dei fattori numerici in gioco, più decisa e marcata è la conseguenza ottenuta sul posizionamento. Oltre alla qualità dei Backlink, infatti, conta la quantità. Questo perché il PageRank è misurabile su scala logaritmica.

 

Non tutti i Backlink sono uguali:

  • link provenienti da Footer, la fascia in basso sul sito, hanno minor valore rispetto ad altri.
  • Lo stesso vale per i Backlink provenienti dalle Sidebar (colonne) a fianco nei siti.
  • Hanno molto più valore i link contenuti all’interno degli articoli
  • In buona sostanza, i link contenuti all’interno di un articolo di valore hanno più rilevanza dei link esterni. Tra questi bisogna distinguere tra link di alta qualità e di scarsa qualità.
  • link provenienti da Article Marketing e siti di comunicati stampa non hanno più il valore che possedevano anni fa.
  • I link provenienti da Directory sono del tutto da evitare, in quanto non sono posti all’interno di un contenuto. Per cui è molto probabile il rischio di una penalizzazione lato Penguin.
  • I link a pagamento provenienti da Directory anche autorevoli sono suscettibili di non essere calcolati.
  • Allo stesso modo i cosiddetti Editorial, sostanzialmente delle inserzioni a pagamenti, non hanno valore.
  • Hanno valore i link contestuali contenuti all’interno di articoli in Blog di nicchia molto letti, purché in linea con l’argomento trattato (es: un Blog sul benessere fisico che linka un programma di allenamento di una palestra come legittimo approfondimento).
  • I guest Post da siti estremamente autorevoli praticamente ottengono il risultato di decine di link di media e bassa qualità.
  • Hanno scarso peso i link scambiati se tutto ciò che abbiamo è proprio questo scambio di link.
  • Fanno male e danneggiano link a migliaia provenienti da siti di proprietà 2.0 come le piattaforme Blog (esempio: link provenienti da Tumblr, wordpress.org, blogger.com).

In definitiva, per ciascun sito bisogna decidere con attenzione quale tattica di Backlink utilizzare, dal momento che nessun settore è simile all’altro. In condizioni di bassa concorrenza possono bastare pochi articoli, persino una decina di Backlink da Directory che ancora conservano un certo Trust. Ma in linea di massima ciò che dovrete fare è assicurarvi pochi link di qualità, ma buoni.

 

Gli strumenti per vedere i link in entrata

Google Search Console – aggiungendo il proprio sito a Google Search Console è possibile andare nella sezione Traffico di Ricerca, sotto menu “link che rimandano al tuo sito”. Attenzione però: la lista fornita qui da Google, per quanto precisa, non è completa. Però Google Search Console ha il pregio di essere uno strumento gratuito, basta possedere un account gmail per metterlo in funzione, dopo l’opportuno (e semplice) percorso di verifica.

Semrush – strumento professionale tra i più versatili. Lo usiamo in Pepyta perché oltre a fornirci un quadro dettagliato della concorrenza ha un’area Backlink molto informativa. Il costo varia a seconda delle prestazioni richieste. Nella versione “gratuita” consente di vedere alcuni link.

Ahrefs – dal punto di vista professionale è lo strumento più versatile in assoluto. Ha un database molto aggiornato, per cui tiene conto dei Backlink persi e guadagnati in modo più efficiente rispetto alla concorrenza. Come Semrush può essere usato gratuitamente, ma si hanno dei risultati molti parziali.

Open Site Explorer di Moz – un tempo il più apprezzato soprattutto per l’utilizzo delle metriche Domain Authority e Page Authority che per anni hanno sostituito il PageRank di Google come misura di valore dell’autorevolezza di un link. Strumento ancora utile, gli si imputa una certa mancanza di attualità, dovuta a un aggiornamento del Database non sempre efficace. Inoltre, i numeri forniti dalle metriche di Moz sembrano premiare più i siti che lavorano sulla quantità anziché sulla qualità dei Backlink.

Il che potrebbe portare le persone ad ingannarsi circa l’efficacia di una particolare campagna di acquisizione dei Backlink. La metrica più rilevante è sicuramente il MozTrust che ci dà una misura sull’autorevolezza del dominio o della pagina in questione. link ottenuti da siti con MozTrust alto migliorano e non poco il posizionamento.

Majestic – negli ultimi anni le metriche impiegate da Majestic (Majestic Trust Flow e Citation Flow) hanno sostituito, nell’immaginario collettivo dei SEO Specialist di tutto il mondo, il Domain Authority e il Page Authority. Questo grazie al fatto che Majestic vanta il Database più grande e più aggiornato ed è quindi in grado di andare in profondità nel Web alla ricerca di Backlink.

Una campagna SEO basata su Majestic è più affidabile delle altre, perché puntando ad ottenere Backlink da siti con un alto Trust Flow si ottiene sicuramente un buon risultato. Come nel caso delle metriche di Moz, il rapporto tra le due misure è fondamentale. Un Trust Flow basso rispetto a un Citation Flow alto è indice di un profilo di Backlink sospettoso, nel quale prevale la scarsa qualità. Con un semplice Account gratuito è possibile fare poche ispezioni e sempre limitate.

Openlinkprofiler – uno strumento poco conosciuto, ma molto utile perché gratuitamente consente di scoprire qualche link in più rispetto a Google Search Console. Dopo una, due ricerche al giorno non consente più scansioni, ma potete segnarvelo per delle ricerche aggiuntive. Ci si può iscrivere e tenere sotto controllo un singolo sito.

Backlinkwatch – altro Tool gratuito che ha una certa utilità.

Per le agenzie SEO strumenti come Majestic, Ahrefs, Moz e Semrush sono fondamentali: sapendo come si muove la concorrenza possiamo seguirne le tracce, ottenendo gli stessi Backlink. In alternativa possiamo conoscere che tipologia di link in entrata ci servono per ottenere gli stessi risultati.

 

Come aumentare i link in entrata

I metodi per aumentare i link in entrata sono sostanzialmente 3, due consigliati, uno da lasciar perdere. 


Scrivere contenuti di valore che possono essere linkati

Se scrivi o fai scrivere per il tuo sito aziendale o personale dei contenuti di valore, informativi, di alta qualità e li fai conoscere attraverso strumenti come i Social Media (Facebook, linkedin, Twitter) è molto probabile che verranno linkati nel tempo da siti, Blog, forum che appartengono alla stessa categoria tematica. I contenuti di qualità sono importanti perché ti attribuiscono valore, autorevolezza e con i Backlink che raccolgono potrai migliorare il posizionamento.


Campagna di Backlink autorevoli

Se hai scritto buoni contenuti, ma ritieni che l’acquisizione naturale e spontanea sia troppo lenta, puoi affidarti a una campagna di Backlink, volta ad aumentare il numero dei link in entrata. È necessario prestare attenzione a non violare le linee guida di Google sulla qualità, che riguardano anche la partecipazione a schemi fraudolenti di link. Sollecita invece i proprietari dei siti a linkare le tue risorse, se ritieni che queste possano essere utili per i loro lettori. Oppure chiedi di poter scrivere articoli da esperto sui Blog tematici, fornendo sempre informazioni di alto livello.

Iscrizioni in directory, comunicati stampa e Article Marketing

Questo metodo andava bene fino a qualche anno fa, ma ora è considerato pericoloso, inutile e una totale perdita di tempo. Le Directory di qualità sono poche e perlopiù generaliste, mancano di controllo editoriale, per cui c’è il rischio che il tuo sito aziendale venga associato a siti di scarso valore o pericolosi. Per Google il concetto di prossimità è importante: siti che vengono linkati da siti buoni e che linkano siti dello stesso livello vengono avvantaggiati. In quanto a comunicati stampa e Article Marketing sono da considerare inutili perché non creano traffico, sono siti poco autorevoli che non passano autorevolezza.

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Florian Anderhub

Dopo aver conseguito un Master in comunicazione all’Università della Svizzera Italiana, dal 2006 Florian Anderhub guida Ander Group. L’estrazione multiculturale, i 21 anni da imprenditore e la passione per l’innovazione tecnologica sono una garanzia di crescita per i suoi clienti.

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