Nelle Township sudafricane i bambini già a 12 anni vengono reclutati dalle gang criminali, senza potersi opporre: o sei dentro o sei fuori, ma essere fuori non è una vera opzione. Grazie a Waves for Change ora un’altra possibilità, reale, esiste.
È un privilegio che abbiamo in molti quello di scavare nei ricordi e trovare un momento felice che ci ritrae sul bagnasciuga, intenti a giocare con i nostri amici, a guardare il sole che cala all’orizzonte o a rinfrescarci dalla calura estiva. Perché la spiaggia, per chi ha avuto la fortuna di nascere in un contesto felice e sereno, rappresenta esattamente questo: gioia, spensieratezza, leggerezza. Non a tutti però è capitata questa sorte.
Il Sudafrica è un Paese meraviglioso, che ha attraversato molte fasi della sua vita: ha vissuto il dramma dall’Apartheid e ne è uscita grazie a figure eroiche come Nelson Mandela; ha fatto registrare un moderato progresso economico ponendosi come Stato più industrializzato del continente; è caduto e si è rialzato più volte. Il Sudafrica è un Paese meraviglioso ma non per tutti: basta fare un giro nelle Township per rendersene conto. Povertà, degrado e criminalità la fanno ancora da padroni non appena si esce di pochi chilometri dai grossi centri urbani di Città del Capo, Johannesburg e Pretoria, dove le baracche cedono il loro posto a palazzi regali e grattacieli avveniristici.
In Sudafrica le spiagge non sono come siamo abituati a immaginarcele. Rappresentano un luogo pericoloso, dove spesso più che prendere il sole ci si guarda dalle scorribande delle gang criminali. Ma il mare è davvero splendido.
Dall’Inghilterra alla punta meridionale del mondo
In questo Stato pieno di contraddizioni ha deciso di trasferirsi Tim Conibear dopo essersi laureato in Inghilterra, suo paese natio. Da sempre appassionato di surf, nel 2009 ha deciso di creare un piccolo club nella Township di Masiphumelele, minuscolo comune a ridosso dell’oceano nella gigantesca provincia di Città del Capo. “Sito 5”: questo il nome del posto prima che venisse ribattezzato dai suoi stessi abitanti col nome attuale. “Masiphumelele” nella lingua Xhosa parlata dai locali, significa “fateci avere successo” a testimonianza della fame di riscatto e dell’attitudine alla resilienza di questo popolo.
Quel piccolo club avviato grazie anche all’aiuto di due volontari, Apish Tshetsha e Bongani Ndlovu, è oggi diventata un’associazione che ha come obiettivo quello di aiutare i giovani sudafricani - ma non solo - a uscire da un ambiente che li espone costantemente a stimoli negativi per aiutarli a diventare ragazzi e uomini consapevoli delle proprie possibilità e della propria forza. Il nome di questa associazione è Waves for Change e la sua mission è far stare bene chi sta peggio.
Le emozioni che contano davvero
Non è la prima volta che noi di Ander Group parliamo di W4C. Abbiamo già avuto il piacere di ospitare su questa testata un articolo in cui si spiegava come un affermato designer sudafricano, Andy Davis, avesse iniziato a collaborare con Tim Conibear tramite la sua Mami Wata. Ma non ci è bastato. Perché di progetti così interessanti e utili non capita di incontrarne spesso, e quando succede bisogna supportarli, sia materialmente che emotivamente. Emotivamente non è una parola casuale: se non ci emozioniamo neanche più in questo mondo, cosa ci resta?
“Prendere confidenza con l’acqua è una delle prime attività che facciamo: molti bambini non hanno mai messo i piedi nell’oceano e hanno paura di essere travolti alla prima onda. Ci teniamo tutti per mano, facciamo 5 passi nell’acqua e ci fermiamo. A quel punto ci chiediamo a vicenda se va tutto bene. Se tutti rispondiamo di sì facciamo altri 5 passi, sennò torniamo indietro. Quello che insegniamo ai bambini è di proteggersi a vicenda, mostrando e condividendo le proprie emozioni”. Parola di Chemica Blau, una giovane Mentor molto brava e molto amata, cresciuta - come tanti suoi colleghi - grazie a questa iniziativa, che le ha dato una famiglia in cui riconoscersi e un obiettivo per cui lottare.
Senso di appartenenza e famiglia: ecco il segreto di Waves for Change
Perché Wave for Change questo fa: consente ai ragazzi di sentirsi protetti e al sicuro, strappandoli letteralmente dalle mani delle gang a cui sono naturalmente destinati e in cui si trovano a cercare riparo dalla violenza, generandone a loro volta. Non più appartenenza attraverso coltelli e bandane, ma grazie a una splendida tavola da surf. Non è rivoluzionario?
Lo è certamente, tanto che W4C è stata insignita di numerosi riconoscimenti, come il prestigioso Laureus Sport for Good Award che ha visto Tim ricevere il premio direttamente dalle mani di Charlene di Monaco.
E proprio le parole di Tim servono a capire ancora meglio cosa sia e cosa rappresenti Waves for Change per le Township sudafricane: “Siamo una fondazione che si concentra sulla salute mentale per capire l’effetto che trauma e stress hanno sul nostro comportamento. E abbiamo notato come certe attività aiutino concretamente a cambiare il modo in cui ci si percepisce e in cui ci si rapporta agli altri membri della comunità. La Surf Therapy è il modo in cui abbiamo deciso di veicolare questo programma che ha come obiettivo di curare la salute mentale dei bambini”.
Chi ha detto che le onde si trovino solo nell’Oceano?
Nonostante le decine di migliaia di Km che ci separano da Città del Capo, noi di Ander Group ci sentiamo molto vicini a questa realtà, che abbiamo deciso di supportare e aiutare in tutti i modi perché “Do Good” non sia soltanto uno slogan ma rappresenti realmente un’occasione per migliorare, anche se magari di poco, il posto in cui viviamo. Invitiamo anzi tutti gli interessati a farlo consultando il sito ufficiale della fondazione all’indirizzo www.waves-for-change.org.
Fare surf a largo dell’Oceano Atlantico è molto affascinante, anche se comprensibilmente non nelle corde di tutti. Ci sono altre onde che si possono affrontare, che non forgiano il fisico ma fanno stare bene noi e gli altri. Unisciti a noi: cavalca l’onda del cambiamento!