Cosa spinge un uomo fortunato a voler migliorare il mondo? Responsabilità etica? Karma? L’abbiamo chiesto a Carlo Centonze, CEO di HeiQ.
Il progetto HeiQ, nasce quasi come uno scherzo: Carlo Centonze e Murray Height, amici e Co-founders di HeiQ, erano in montagna con le loro fidanzate durante un’escursione.
Dopo qualche giorno di faticose arrampicate, le ragazze hanno iniziato ad evitare i rispettivi fidanzati che, non avendo delle magliette di ricambio, avevano sviluppato un odore non proprio gradevole.
Quasi come una sconfitta personale, i due si sono messi immediatamente all’opera ed in breve tempo hanno brevettato più tipologie di tessuto in grado di restare asciutte ma soprattutto di non puzzare!
Il nome dell’azienda? HeiQ: High QUality Materials-Technologies & IQ Intelligent materials ma che ricorda anche “Hike” (escursione in inglese).
Sono passati più di sedici anni dall’inizio di questa avventura e oggi HeiQ è un leader nell'innovazione tessile che crea alcuni degli effetti tessili più efficaci, durevoli e ad alte prestazioni sul mercato oggi Da pochissimo quotata presso la Borsa londinese, HeiQ ha già collezionato una serie di storie incredibili, tutte legate ai suoi prodotti: dalla recente emergenza Covid -durante la quale l’azienda si è prodigata per il trasporto di materiale sanitario- al terribile disastro di Fukushima (2011) per cui HeiQ ha creato indumenti speciali, in grado di mantenere costante la temperatura corporea di chi li indossava, in un momento in cui era vietatissimo utilizzare il climatizzatore e la temperatura fuori superava i quaranta gradi.
Anche Carlo è cresciuto: nello schermo ci accoglie un uomo sorridente, impeccabile. Un papà fiero ed un CEO instancabile dalla brillante carriera accademica, militare e professionale. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio e capire cosa, nella sua vita, l’ha reso l’uomo che è oggi.
La sua è una famiglia di imprenditori da ben sei generazioni: si è mai sentito predestinato all'imprenditorialità?
“La voglia di fare impresa è arrivata molto tardi nelle nostre vite (Carlo ha tre fratelli, tutti imprenditori: Lorenzo, Matteo, Enrico). Essendo figli di imprenditori, conoscevamo fin troppo bene la mole di lavoro e responsabilità che ne consegue. Abbiamo cercato di evitarlo a tutti i costi (ride) ma alla fine le idee e la volontà di dare il nostro contributo alla società hanno prevalso”.
Quanto, il legame con il territorio svizzero e le sue meraviglie naturali, ha influito e ispirato le sue scelte etiche?
“Il mio papà era granatiere di montagna, da lui abbiamo ereditato l’amore per il nostro territorio. Durante quei pochi weekend di vacanza con i genitori, andavamo in montagna, sul lago di Lugano, in Leventina. Anch’io, durante la mia carriera militare ho avuto la fortuna di conoscere, sorvolare ed ammirare il nostro bel paese e questo ha chiaramente contribuito tanto alla mia voglia di preservare le meraviglie naturali di cui il mondo è ricco, prima con l’organizzazione no-profit myclimate, poi con HeiQ che è principalmente basata sulla volontà di rendere l’industria del fashion (la più inquinante al mondo) meno impattante”.
Lei si definisce fortunato: la sua propensione ad aiutare gli altri deriva forse da una questione di Karma? Cosa la spinge a fare del bene e, soprattutto, a voler fare meglio?
“Sono stato fortunato a nascere e crescere in Svizzera usufruendo di un sistema educativo efficiente che mi ha permesso di formarmi in modo eccellente al Politecnico di Zurigo.
Avverto il dovere di condividere un Know-How con altri giovani imprenditori o potenziali tali, per aiutarli a non mollare, ad avere uno scopo condiviso: quello di fare del bene.
Il contesto in cui si vive è fondamentale. Essere costantemente stimolati, vivere in un clima di creatività ed ottimismo aiuta non solo a creare la propria fortuna ma anche ad estenderla agli altri soprattutto a chi, per molteplici motivi, non riesce a vedere un futuro così roseo ed ottimistico davanti a sé. Vorrei aiutare più persone possibili a farsi trovare pronte, predisposte a cogliere ogni opportunità!”.
Differentiate. Innovate: sicuramente al momento c’è un focus sul Covid-19 e su HeiQ Viroblock ma quali sono i prodotti del futuro? Quali sono i nuovi ambiti che HeiQ vorrà esplorare nell’immediato?
A noi di HeiQ piace prevedere, anticipare: siamo stati i primi svizzeri ad essere quotati in Regno Unito. Abbiamo una posizione avvantaggiata, siamo abbastanza tutelati da poterci permettere di rischiare, chiaramente con la dovuta dose di saggezza come mio padre mi ha insegnato.
HeiQ crea innovazioni non solo nell’industria tessile ma anche nel settore dei presidi medico chirurgici: vogliamo andare oltre, dove la tecnologia non è ancora arrivata. Dal punto di vista ambientale, invece, ci sembra necessario sostituire il poliestere le cui microfibre si accumulano negli oceani senza mai sparire. Prendiamo a cuore delle tematiche importanti a livello sociale, ambientale, economico ed è quello che ci anima e ci motiva di più.
Carlo Centonze è un impeccabile super uomo o ha rimpianti e debolezze come tutti? Quali sono stati gli errori più importanti della sua vita?
“Eravamo quattro giovani fratelli con dei genitori impegnatissimi, e spesso fin troppo liberi di esplorare ogni opportunità intorno a noi, insomma eravamo un po’ irrequieti ed abbiamo sperimentato il più possibile esponendoci sia alla possibilità di fallire che a quella, positiva, di arricchire il nostro bagaglio culturale. Viaggiare, sperimentare, esplorare: tutti verbi che ci hanno permesso di accrescere e nutrire la nostra capacità di giudizio. Ecco perché ogni singolo errore è stato importante: mi ha regalato la possibilità di imparare, conoscere diverse culture dove non sempre il senso di giusto e sbagliato si sovrappone al nostro ma senza mai giudicare. Gli errori fanno di noi delle personalità complete, ricche”.
Carlo Centonze, il CEO, valuta sempre i 5 Steps Ahead del suo Business. Quali sono gli Steps Ahead di Carlo, a livello personale?
“Uno su tutti: è difficile trovare il giusto incastro per essere un padre presente e al momento il mio obiettivo è quello di riuscire ad infondere, ai miei figli, la mia stessa visione ottimistica del mondo, la curiosità ed il rispetto della natura. La voglia di fare del bene ma, soprattutto, di voler fare sempre meglio”.
Wanderful Take