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Florian Anderhub10 apr 20186 min read

Scrivere contenuti per il Blog aziendale: gli errori da non fare

Se il problema è l'assenza di conversioni, allora forse qualche errore c'è. In questo articolo, vedremo come scrivere contenuti di qualità, eliminando i passi falsi che spesso provocano rovinose cadute a livello di Blog aziendale

Nessuno pensa che i propri contenuti siano scadenti. Se non proprio scadenti, perlomeno deboli o comunque non abbastanza credibili. D'altronde, se fino a questo momento non hai ottenuto risultati soddisfacenti, perché continuare a produrre contenuti di questo genere? 

Questo articolo allora sarà la classica sferzata di acqua gelata capace di risvegliare i contenuti intorpiditi del tuo blog aziendale.

 

20 errori che forse limitano le tue conversioni sul Blog aziendale

Prima di scoprire i 20 probabili errori presenti nel tuo Blog, sii ferreo e irremovibile su questi punti:

  • chi scrive, conosce il tuo target di riferimento?
  • sa chi è il tuo cliente ideale?
  • ne ha delineato il profilo con dovizia di particolari?

Solo dopo aver appurato le risposte, la Checklist che segue si rivelerà utile per migliorare le conversioni del tuo Blog.

 

1. Solo uno dei tanti articoli in giro sul web

Contenuti inconsistenti, uguali a se stessi, con le stesse informazioni trite e ritrite: chi avrebbe voglia (e soprattutto bisogno) di leggere un articolo che ha già letto 300 volte, in cui l'unico sforzo fatto è stato trovare sinonimi ai verbi?

 

2. Il nome del prodotto o dell'azienda è ovunque

Un contenuto che nomina troppe volte il prodotto "pubblicizzato" e l'azienda che lo produce, diventa auto-referenziale e di per sé inconsistente e inutile.

 

3. Io e noi, senza mai rivolgersi al lettore

Un articolo che desidera entrare in empatia con il proprio pubblico di lettori, deve dare del tu e parlare delle esigenze di chi legge. Un'azienda dalla personalità empatica può utilizzare il "noi" partecipativo, a patto che includa anche il cliente e non faccia esclusivo riferimento al Team.

 

4. Gli articoli risultano obsoleti

Se è passato troppo tempo dalle pubblicazioni degli articoli, ora risultano obsoleti agli occhi di chi fa ricerche sul web. Il lavoro di Refresh è indispensabile per i contenuti del blog. Ci sono diverse tecniche per aggiornare un post, di certo il minimo indispensabile è inserire qualche nuova informazione e non limitarsi solo a modificare la data.

 

5. Un contenuto è debole se è scontato

Se un articolo afferma che per perdere peso devi fare sport, per risparmiare a fine mese devi essere oculato nelle spese, il minimo che un lettore possa fare è semplicemente abbandonare la lettura e cercare il fattore wow, l'idea illuminante da un'altra parte.

 

6. Primo paragrafo inutile

La Best Practice per il primo paragrafo è lo stile "lettera di vendita" ovvero problema/obiezione principale e risposta con la soluzione ideale. Il lettore interessato approfondirà leggendo l'intero articolo. L'errore più frequente invece è divagare, non arrivare mai al punto: la maggior parte dei "primi paragrafi" degli articoli di tantissimi Blog si possono eliminare senza arrecare alcun danno alla lettura complessiva del Post. 

 

7. Manca il Tone of Voice

Essendo appassionata/specializzata dell'argomento, posso affermarlo con cognizione di causa: un testo aziendale può avere uno stile ma se manca di personalità, mostrerà sempre e solo il suo lato debole e vulnerabile, perché semplicemente si omologherà a tutti gli altri. 

 

8. Solo elenchi puntati

Si chiamano Bullet Point, sono le liste (come questa Checklist d'altronde!) che presentano l'articolo in forma di elenco puntato: 10 modi per... 5 consigli... 7 errori da evitare. In realtà è uno dei post che più attira l'attenzione dei visitatori. L'errore però sarebbe scegliere una linea editoriale che presenti "solo" questo tipo di post sul Blog aziendale. Quando invece -buono a sapersi- esistono almeno venti varianti.

 

9. Promessa non mantenuta

Se il titolo promette ma il testo non mantiene, allora l'articolo è destinato a non avere successo. Scegliere una headline roboante per poi deludere il lettore con informazioni non all'altezza, è una scelta strategica sbagliata e inconcludente. La stessa considerazione vale per le notizie false. Alla lunga si scoprono e il blog perde di credibilità.

 

10. Fonti poco attendibili

A proposito di credibilità, chi sta scrivendo l'articolo? Ha una formazione adeguata, anni di lavoro alle spalle che possano giustificare l'esperienza sul campo? Quali sono le sue fonti? Far firmare a un laureando, ad esempio, un articolo sul Change management o la gestione della crisi in azienda, stride per natura con la realtà dei fatti.

 

11. Sbagliare sulla lunghezza...

Minimo 600 parole, 1.500, 2.500... Le risposte a questo proposito sono molteplici. Qual è dunque la lunghezza ideale per un articolo da pubblicare sul Blog aziendale? La Best Practice richiede un minimo di 600-800 parole, tanto per cominciare a ragionare in ottica di ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO). Poi in realtà non c'è un limite. Per esperienza e risultati, lo standard ideale è tra le 1200 e le 1500 parole. Andare oltre è possibile, certo, ad una sola condizione: che il testo risulti denso. "Guadagnare" 200 o 300 parole in più, parafrasando i concetti e divagando, produrrà come unico effetto la noia e l'allontanamento del lettore. Oltre a costruire una poco affascinante aura di fuffa intorno al Brand.

 

12. Negatività

Il riferimento non è solo nei confronti di un'importante regola del Copywriting, che stabilisce di non utilizzare frasi al negativo ma di trasformarle nella corrispondente versione in positivo (a volte alcuni titoli negativi lo sono volutamente, per essere provocatori). Gli articoli poco costruttivi, carichi di critiche, polemiche, offese nei confronti dei diretti concorrenti, non riscuotono successo.

 

13. Articoli concepiti solo per la SEO

Si tratta di articoli nei quali la concentrazione di Keyword importanti per il Business è molto elevata (ad esempio associate alla città in cui si trova l'azienda), che servono solo per agevolare la ricerca su Google ma che risultano di scarsa utilità per il lettore. (Anche se ormai gli algoritmi di Google sono molto focalizzati sull'esperienza dell'utente e li penalizzano).

 

14. I testo è generico

Ogni volta che scrivi un paragrafo di un articolo, poniti questa domanda, dopo aver messo il punto: e quindi? Fatta un'affermazione, hai fornito al lettore la motivazione per cui hai scritto quella frase?

Esempio:

  • "Un errore frequente nel Blog aziendale è scrivere contenuti generici". NO
  • "Un errore frequente nel Blog aziendale è scrivere contenuti generici, perché il lettore rimane con mille dubbi nella testa, in mancanza di indicazioni precise". SI (laddove i perché possono essere molteplici, l'importante è specificare la risposta).

 

15. Parole che... non parlano

Non è Copy, se non si vede. Un'altra importante regola del Copywriting... fornire immagini mentali al lettore, che deve costruire la scena di ciò che legge nella propria mente (come la secchiata di acqua fresca promessa all'inizio dell'articolo).

 

16. Assenza di formattazione

Un muro di testo, senza grassetti né suddivisione in paragrafi, senza titoli/sottotitoli né elenchi puntati. Una noia per gli occhi e la mente.

 

17. Immagini poco comunicative

Quelle più persuasive mostrano volti di persone sorridenti, soddisfatte, impegnate a fare qualcosa di gratificante o di successo.

 

18. Microcopy sbagliato

Per la didascalia di un'immagine: 

  • Versione A. Una foto che ritrae un cocktail e una frase che dice: "Vieni a provare questo Cocktail nel nostro bar".
  • Versione B. Una foto di amiche sorridenti con un bicchiere in mano e la frase: "Tapas e sangria, l'abbinamento perfetto per una serata tra ragazze".

La scelta giusta, qual è?

 

19. Non c'è ottimizzazione per Mobile

Un contenuto che non funziona non ha link per la condivisione sui social e non è ottimizzato per i dispositivi Mobile.

 

20. Mancanza di Storytelling

Ogni azienda dovrebbe attribuire il giusto valore al racconto della propria storia unica e inconfondibile, per potenziare il proprio Business. Il perché lo trovi in questo articolo dedicato al tema (portentoso Storytelling).

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Florian Anderhub

Dopo aver conseguito un Master in comunicazione all’Università della Svizzera Italiana, dal 2006 Florian Anderhub guida Ander Group. L’estrazione multiculturale, i 21 anni da imprenditore e la passione per l’innovazione tecnologica sono una garanzia di crescita per i suoi clienti.

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