Un viaggio in Oriente cambia per sempre la vita di Raffaele Gianola. È infatti nel Paese del Sol Levante che nasce la sua straordinaria passione per il peperoncino. Affascinato da questo particolare prodotto, rientra in Svizzera con un sogno da realizzare: riuscire a coltivarlo in Ticino. Con impegno costante e grande determinazione, il suo sogno diventa una meravigliosa realtà.
Dove, e soprattutto come, è nata la tua grande passione per il peperoncino?
È stata una pura casualità a rendere più “piccante” la mia vita. Nel 2008 mi sono recato in Giappone per partecipare al matrimonio di mio fratello con un’autoctona. Quando viaggio amo immergermi nella realtà locale e visitare luoghi di vita comune. È stato durante la visita in un negozio caratteristico che ho avuto il primo incontro con quella che di lì a breve sarebbe diventata la mia più grande passione. In quell’occasione ho scoperto, infatti, una varietà di peperoncino locale chiamato Suryamukhi Capsicum Annuum, che mi ha subito intrigato. Questa passione è cresciuta di giorno in giorno fino all’incontro a Carboneras, in Spagna, con un Italiano con cui ho condiviso alcune sementi che mi hanno permesso di tornare in Svizzera con 5 nuove varietà. Nel corso degli anni siamo arrivati a coltivare fino a 110 specie diverse. Dal 2013 abbiamo creato una miscela con 32 tipi di qualità e da questo dicembre commercializziamo 3 diverse tipologie che promettono, agli amanti del genere, un’esperienza di gusto sorprendente. Vi invito a provarle, così capirete cosa intendo.
Quando hai iniziato non avevi nessuna esperienza nel settore. Come sei riuscito a raggiungere risultati simili?
In effetti la mia formazione in campo sanitario e la mia attività di ristoratore, che svolgo tutt’ora, non erano esattamente le esperienze che potevano aiutarmi in campo agricolo. Nonostante tutto non mi sono mai arreso e ho continuato a crederci, con l’entusiasmo e l’impegno che da sempre mi accompagnano. In questo ambito lavorativo ho avuto poi la fortuna di incontrare persone davvero speciali che, grazie al loro buon cuore e alla loro grande disponibilità, mi hanno trasmesso il loro sapere, insegnandomi tutto ciò che mi ha permesso di realizzare il mio progetto. Quando si condivide la stessa passione e lo stesso entusiasmo si diventa una squadra, si cresce insieme e si raggiungono i propri obiettivi.
Ora che sei un grande esperto di peperoncino, raccontaci qualche curiosità in merito.
Sapevi che esistono più di 13.000 tipi di peperoncino suddivisi in diverse famiglie? Quello del peperoncino è un mondo tutto da scoprire. I più intensi e forti in gusto e profumo appartengono alla famiglia dei “Chinense”. In genere la forma non è indicativa del gusto. Alcuni sono così forti da dover utilizzare guanti in caso di trattamento a contatto diretto; guai dimenticarsene! Per avere informazioni a priori dobbiamo invece osservare la corolla del fiore. I peperoncini presentano colori sgargianti, che infondono allegria. È curioso come all’inizio, in realtà, siano tutti verdi. Poi, nel corso della maturazione, alcuni rimangono di questo colore, mentre altri diventano gialli, arancioni o rossi, o addirittura assumono diverse colorazioni prima di essere maturi, come ad esempio i Pyramid o i Marbles Peppers. I Congo Black Peppers e i Prairie Fire Peppers si contendono invece il titolo di peperoncini più belli. Per ottenere 100 g di peperoncino essiccato è necessario 1 kg di peperoncino fresco. La procedura dell’essicazione avviene a freddo, tra i 38 e 42 °C, in modo da mantenere inalterato il gusto e non perdere i colori. Siamo maniaci della qualità. Per questo motivo, oltre a rispettare rigidamente tutte le norme igienico sanitarie previste per i prodotti commestibili, io e il mio fedele co-degustatore assaggiamo tutti i peperoncini, sia freschi che una volta polverizzati. Vogliamo che tutto sia perfetto. Oltre alle miscele in vasetti, vendiamo anche piantine di peperoncino. Essendo così scenografiche, i miei clienti le acquistano oltre che per cucinare, anche come decorazione. In qualsiasi caso, mi assicuro sempre che vengano utilizzate nel rispetto del prodotto e del lavoro fornito.
Quali sono le maggiori difficoltà che si riscontrano nella coltivazione del peperoncino?
Coltivare peperoncini è come giocare alla lotteria: è molto difficile prevedere la percentuale di germinazione in quanto presenta una volatilità importante. È difficile anche definire la qualità del seme. Per valutare come coltivare al meglio il peperoncino, le piante sono fatte crescere sia in vaso che in terra. In base alla tecnica scelta, i bisogni della pianta variano. Alcune piante si possono ammalare, ma noi non utilizziamo pesticidi che possono creare problemi all’ambiente e alla nostra salute. Per proteggerle dagli attacchi dei parassiti ci affidiamo solo a rimedi naturali. Fra questi vi sono le coccinelle che, nutrendosi di parassiti, aiutano a mantenere le piante in salute. Inoltre lasciamo le serre aperte in modo da permettere alla natura di fare il suo corso. Non siamo alla ricerca del marchio BIO, ma desideriamo comunque essere in armonia con l’ambiente utilizzando un sistema di produzione integrata a basso impatto ambientale.
Dalle tue parole mi sembra di capire che con le tue piante hai un rapporto molto speciale. Cosa significa per te coltivare il peperoncino?
È il mio mondo. Ricopro le mie piantine di tutte le attenzioni possibili. Occuparmi di loro mi trasmette pace, mi fa sentire in armonia con la natura. È un po’ come se fossero le mie bambine. Fra di noi si è creato un rapporto simbiotico: loro hanno bisogno di me, come io di loro. Coltivare piante mi fa sentire bene, mi dà gioia. È rilassante ma allo stesso tempo eccitante. Assistere alla loro nascita e alla loro crescita continua ad essere per me un privilegio e fonte di stupore. Il mio interesse per le piante mi ha portato a coltivare anche kiwi nano, luppolo, elicriso, papaya, canna da zucchero, caffè, menta, yerba buena e, a breve, cacao. La serra è diventata per me il luogo dove rigenerarmi, crescere, accogliere le persone a me care e condividere la mia più grande passione. Sono tutti benvenuti, che siano amici o semplici turisti. Agli inizi il mio progetto è stato una scommessa: in molti sostenevano che io fossi completamente pazzo. Nessuno di loro, infatti, credeva che il peperoncino potesse trovare un clima favorevole in Ticino. Ma io ho continuato a crederci, ho lavorato duramente, coltivando la mia passione e lanciando una coltivazione che sta dando ottimi risultati. Insomma, sono riuscito a realizzare il mio sogno e a vincere, così, la mia scommessa.
So che hai in serbo un altro importante progetto. Di cosa si tratta?
È da tempo che osservo con un po’ di dispiacere la mancanza di conoscenza delle origini dei prodotti che la gente consuma in casa propria. Da questa riflessione nasce il mio desiderio di sensibilizzare bambini e adulti sulle origini, la coltivazione e le proprietà del peperoncino. Da qui prende il via il mio progetto di creare un percorso didattico che verrà proposto a partire dal prossimo anno e che ha come scopo quello di spiegare in dettaglio il mondo del peperoncino. Per poterlo apprezzare davvero, il peperoncino va capito e utilizzato con la testa.
Non ci rimane che scoprire questo straordinario prodotto che, proprio grazie a Raffaele, potremmo quasi definire “locale”. Un prodotto che ci porta alla scoperta di un mondo inaspettato e il cui consumo, grazie alla sue proprietà, fa bene alla salute, al cuore e, non da ultimo, anche sotto le coperte…
Wanderful Take