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Florian Anderhub31 ott 20198 min read

La tecnologia che nasce dal cuore

Mente e anima di ated - ICT Ticino da quasi 20 anni, Cristina Giotto Boggia dà vita a progetti formativi che possono migliorare la qualità di vita delle persone e fare crescere il territorio. L’ultimo si chiama Visionary Day: il nuovo evento di riferimento per la Svizzera Italiana sui temi dell’innovazione.

 

Cristina Giotto Boggia
50 anni, mamma di Mathyas e Allegra. Sempre in ritardo, ha tante idee che condivide quotidianamente con persone fantastiche che la aiutano a realizzarle. È una grande fan della condivisione e del lavoro di gruppo: passione e sinergie sono le sue parole preferite. Da quasi 20 anni è attiva nel settore della tecnologia e dell’informatica. Sogno nel cassetto: realizzare i progetti senza doversi preoccupare della raccolta fondi. Tempo libero e lavoro per lei sono “quasi” la stessa cosa. Ama passeggiare nel bosco, leggere e sentirsi a casa nella “sua” Isola d’Elba, dove trascorre almeno una settimana all’anno.


 

Innovazione, idee, territorio. In Ander Group diamo grande importanza a questi tre temi, che cerchiamo di raccontare attraverso Wanderful. Ecco perché se troviamo una persona che con il suo lavoro quotidiano dimostra di condividere con noi queste passioni, non ce la lasciamo scappare: è il caso di Cristina Giotto Boggia, Direttrice di ated - ICT Ticino, che si occupa dell’ideazione di progetti formativi sui temi dell’innovazione tecnologica che possano fornire un contributo concreto al cantone e alle sue persone.

Cristina, ci racconti il tuo percorso professionale?

Ho iniziato a lavorare a 18 anni, e in qualche modo sono entrata subito in contatto con la tecnologia: ho lavorato prima come segretaria in una società che vendeva Pc e stampanti, poi come addetta ai Back up nell’attuale Swisscom. Dopo un’esperienza in una fiduciaria, sono diventata mamma a 25 anni e ho smesso di lavorare per dedicarmi al 100% a mio figlio. Dopo quasi 5 anni, un’ex collega mi ha proposto di entrare in ated: ho accettato, e così è cominciata una lunga storia che prosegue ancora oggi. In ated sono cresciuta sul campo, empiricamente: dopo le prime esperienze ho cominciato a occuparmi di eventi, e mi sono specializzata in questo ambito che oggi mi appassiona tantissimo.

Di che cosa si occupa ated?

ated è un’associazione non profit indipendente fondata nel 1971: nata nella fase di passaggio dalla matematica all’informatica, ha sempre avuto l’obiettivo primario di fornire corsi e formazione sui temi legati alla tecnologia e all’innovazione. Alcuni dei fondatori fanno ancora parte dell’associazione, e lo scambio intergenerazionale è molto costruttivo. In qualità di Direttrice, il mio compito è ideare e coordinare tutti i progetti.

 

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Che cosa accomuna le iniziative delle quali ti occupi?

Le mie, e le nostre iniziative nascono dal cuore: siamo spinti dal desiderio di offrire un aiuto al Ticino. La nostra forza è ‘buttarci’ nei progetti senza la certezza che siano davvero sostenibili: diamo la priorità alle idee e all’entusiasmo. Certi del fatto che, se ci crediamo davvero noi, prima o poi ci crederà anche qualche azienda o istituzione, che ci fornirà i finanziamenti necessari per realizzarli. Oltre al mio operato, l’energia per portare avanti i progetti arriva dai volontari, che mettono a disposizione le proprie competenze e il proprio tempo per dare un servizio al territorio e alle persone. L’unicità di ated sta proprio nel circolo virtuoso che alimentiamo quotidianamente: ci diamo energia e ci sosteniamo a vicenda per perseguire uno scopo comune.

Puoi farci qualche esempio di iniziative che hai organizzato?

Girl Geek Dinners Ticino è la costola ticinese del movimento Girl Geek Dinners: nato in Inghilterra nel 2005, si pone l’obiettivo di organizzare cene dedicate alla tecnologia rivolte alle donne. Lo scopo è riuscire a metterle in rete e aiutarle ad avere successo in un mondo ancora per lo più maschile. ated4Kids, invece, è un programma di incontri gratuiti nato nel 2012: si rivolge ai ragazzi tra i 6 e i 15 anni con l’obiettivo di insegnare loro a programmare. È una tra le mie iniziative preferite, lavorare con i ragazzi dà molte soddisfazioni: una delle più grandi è stata entrare nel Guinness World Record facendo decollare 74 droni dall’aeroporto di Lodrino, con i quali abbiamo composto la scritta ated. E ancora il Voxxed Day: evento grazie al quale dal 2015, una volta all’anno, ospitiamo a Lugano i migliori sviluppatori del mondo (edizione 2019: sabato 5 ottobre, ndr). Questi sono solo tre dei tanti programmi ai quali abbiamo dato il via, e per il futuro ne abbiamo in cantiere tanti altri.

Puoi farci qualche esempio delle iniziative in cantiere?

Innanzitutto stiamo lavorando a un progetto che ha l’obiettivo di mettere la tecnologia al servizio della persona: presto sveleremo qualche dettaglio in più. Altra iniziativa interessante è quella che stiamo portando avanti con Swisscom per convertire le vecchie cabine telefoniche in audio-cabine: cioè dei punti di informazione all’interno dei quali sarà possibile ascoltare il racconto di una storia, dopo averla scelta attraverso un Display. E ancora, per gli amanti dei Videogame, abbiamo creato Minecraft Svizzera: l’obiettivo è sviluppare le ambientazioni più belle del Ticino e della Svizzera e inserirle nel Videogame per sfruttarlo come mezzo di promozione. Attraverso la Fondazione Umanitaria Arcobaleno – che promuove progetti mirati allo sviluppo tramite le adozioni a distanza – stiamo cercando di creare un bellissimo scambio con l’India: per favorire la conoscenza reciproca e avvicinare questi due mondi, i ragazzi indiani potrebbero sviluppare le ambientazioni svizzere, e viceversa.

La vostra attenzione, però, oggi è concentrata soprattutto sulla grande novità del 2019: il Visionary Day. Di che cosa si tratta?

Visionary Day è il nuovo evento di riferimento per la Svizzera Italiana dedicato ai temi dell’innovazione tecnologica e del futuro. Si svolgerà mercoledì 18 settembre 2019 al Palazzo dei Congressi di Lugano e consisterà in un’intera giornata di interventi, esperienze e dibattiti attorno al tema della tecnologia. Il tutto con un taglio molto pratico: non ci piacciono i voli pindarici, proponiamo solo un’innovazione tangibile e non diamo spazio a nulla che non esista davvero.

Che cosa distingue questo evento dagli altri sullo stesso tema?

Visionary Day è un evento inclusivo – cioè non pensato solo per gli esperti del settore ma anche per curiosi, appassionati di tutte le età e scuole – e accessibile: i biglietti prevedono delle quotazioni agevolate per le famiglie e per le scuole. Il programma ruoterà attorno a 3 momenti fondamentali: oltre alla tradizionale scaletta di Speech da parte di personaggi di spicco del mondo dell’innovazione tecnologica, ci saranno altri due spazi inusuali, dall’alto valore aggiunto. 

Quali saranno i due momenti distintivi del Visionary Day?

Innanzitutto l’Area Experience, che permetterà ai visitatori di provare in prima persona alcune delle più visionarie tecnologie disponibili sul mercato: ad esempio Sida Drive, il primo simulatore per scuole guida a 4 schermi con una visione a 360°, che simula le manovre di guida frontali e in retromarcia in condizioni di traffico; Dexcom, azienda leader nella trasformazione della cura del diabete, che fornisce una nuova tecnologia non invasiva di monitoraggio continuo della glicemia; Life Glove, un dispositivo che consente di praticare in modo automatico il massaggio cardiaco con la sola pressione sul torace; Joan Mirò VR Experience, che attraverso i visori VR fa immergere i visitatori in un viaggio virtuale all’interno della Fondazione Joan Miró a Palma di Maiorca; Beepro, software ticinese che consente ad apicoltori e scienziati di monitorare un’arnia a distanza; e molti altri ancora. In quest’area troveranno spazio anche i laboratori per ragazzi. L’altra grande novità si chiama Visionary Teen: a partire dalle 20, inizierà una serata di confronto intergenerazionale. I Centennials, ovvero i ragazzi nati all’inizio del nuovo millennio, saranno protagonisti di un dibattito con le altre generazioni attorno a tematiche controverse come lavoro, uso della tecnologia, valori, futuro, tempo e relazioni.

 

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Dal tuo punto di vista di formatrice, come sono i giovani oggi?

Sento dire spesso che non hanno voglia di fare, ma io non la vedo per nulla così: i ragazzi hanno una marcia in più, hanno le idee chiare e sanno cosa vogliono. Non sono tanto interessati al guadagno né al ‘posto fisso’, quanto al costruirsi una professione che li appassioni. Si impegnano per realizzare i propri sogni e amano investire in progetti che promuovano l’etica e la responsabilità.

Qual è la motivazione più forte che ti ha spinto a ideare un evento di questo tipo?

Semplicemente non esisteva nulla del genere, soprattutto in Ticino. La tecnologia, purtroppo, a volte fa ancora paura; ‘la robotica ruba il lavoro alle persone’, come sento dire spesso. Con questo evento vogliamo dimostrare invece le enormi opportunità che l’innovazione può offrire: al grande pubblico, compresi gli anziani, per migliorare la qualità della vita, e alle aziende per ottimizzare il Business. Da marzo ci siamo dedicati al 100% a questa iniziativa ma ne è valsa la pena: si respira molto entusiasmo attorno al progetto, tanto che dal 2020 abbiamo in programma di portare il marchio di Visionary Day – che abbiamo registrato – al di fuori del Ticino.

Parlavi poco fa di entusiasmo: sentendoti raccontare il tuo lavoro, se ne percepisce molto…

Amo alla follia quello che faccio, tanto che non esiste una suddivisione netta tra tempo libero e lavoro. Sono una generatrice di idee: e le idee quando arrivano arrivano, senza preavviso. Sicuramente, il Network di persone che frequento contribuisce molto alla mia creatività: cerco di carpire da ognuno stimoli, spunti, competenze. Sono una grande sostenitrice della potenza delle sinergie e delle collaborazioni, amo aggregare, creare gruppi di lavoro, unire mondi diversi che possano poi alimentare la mia ispirazione. Come dico sempre, però, la mia inventiva non sarebbe nulla senza le persone che mi aiutano a metterla in pratica: mi riferisco ai miei collaboratori e ai volontari, che mi danno una mano a fare ordine tra le mie idee e a realizzare iniziative uniche, per il Ticino e non solo.

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Florian Anderhub

Dopo aver conseguito un Master in comunicazione all’Università della Svizzera Italiana, dal 2006 Florian Anderhub guida Ander Group. L’estrazione multiculturale, i 21 anni da imprenditore e la passione per l’innovazione tecnologica sono una garanzia di crescita per i suoi clienti.

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